mercoledì 31 dicembre 2014

.. buona fine anno ..



 31/12/2014:   Credere alla misericordia di Dio. 

 Buon fine anno.  

[...] Basta credere, è così nella nostra fede; che non è tanto quello che noi facciamo quanto la fiducia nella misericordia di Dio, nella grandezza di Dio, nella potenza di Dio.”
(Chiara Lubich 31.12.1985) [...]


Ciao, Giò :)

martedì 30 dicembre 2014

ciaoooooooooooooooooo




.. Amare disinteressatamente





Ottimo ultimo martedì 2014
“Servendo ‘e lodando Dio’ notte e giorno
con digiuni e preghiere” Lc 2, 37
Ottima giornata…
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Martedì 30 dicembre 2014
VI giorno fra l’Ottava di Natale
Dal Vangelo secondo Luca 2,36-40
In quel tempo, c’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,
era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
Meditazione del giorno : Clemente d’Alessandria
Il canto nuovo : « Anna si mise a lodare Dio »
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Lectio carmelitana
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La Parola.it
Interessante: Cosa è digiunare…
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Centro Chiara Lubich Movimento dei Focolari
(Trascrizione)
Tratti tipici della preghiera del Movimento dei Focolari
Rocca di Papa, 28 settembre 1998
(…) La preghiera, che è rapporto con Dio, è costitutiva dell’uomo, proprio del suo essere uomo. Creato, infatti, da Dio a sua immagine e somiglianza, egli ha la possibilità di un rapporto con lui da tu a Tu.
Che sia congeniale all’uomo pregare, lo si può capire venendo a conoscere i nostri fratelli di altre religioni. Fra essi, si scoprono testi di preghiera di una meravigliosa bellezza, che testimoniano un’azione segreta, ma efficace, di Dio che sempre spinge l’uomo a pregare. L’uomo è veramente tale se prega.
E così facciamo anche noi cristiani. Fratelli di Gesù per la grazia, troviamo in lui il modello per poter rapportarci con il Padre. Gesù, infatti, non predicava soltanto, non faceva unicamente miracoli, non chiamava solo discepoli a seguirlo; s’immergeva anche nella preghiera. Anzi, come Gesù era sempre in comunione col Padre suo, sempre di fronte a lui, così dovrebbe essere dei suoi seguaci.
Come è noto, i cristiani pregano in maniere varie: i benedettini così, i francescani colà. Si possono, quindi, evidenziare i tratti tipici e salienti della preghiera di chi è investito del carisma dell’unità. Essi emergono – questi principi – chiaramente se si confronta la nostra preghiera con quella che praticavano i cristiani, anche i meglio preparati, almeno nei nostri paesi, quando il Movimento ebbe inizio. Ricordo che si diceva come in essa, nella preghiera, “devono lavorare la mente, la volontà e il cuore. Con la mente occorreva riflettere sulle parole pronunciate; con la volontà bisognava sforzarsi di fare propositi su di esse; con il cuore amare quanto si prometteva, in modo da poterlo eseguire.”
Ed erano senz’altro ottimi consigli.
Tuttavia, nel Movimento, la preghiera è stata subito un’altra cosa. Si è sottolineato, ad esempio, dall’inizio, fin dai primi mesi, il dovere di “pregare sempre” richiesto da Gesù. Ma come fare a pregare sempre? Era chiaro che ciò non poteva verificarsi moltiplicando gli atti di preghiera… Si poteva pregare sempre essendo Gesù. Gesù, infatti, prega sempre. Se in qualsiasi nostra azione non fossimo stati noi a vivere, ma Cristo in noi, attraverso l’amore, la giornata nostra sarebbe stata una preghiera continua. E ciò era possibile se avessimo impostato la vita sull’amore, essendo una viva espressione della parola “amore”, sintesi di tutta la Legge e i Profeti.
Un altro modo di “pregare sempre” – lo si praticò più tardi – è stato quello di offrire azione per azione a Dio, durante la giornata, con brevi espressioni d’amore, come: “Per te; per te, Gesù”. Tutto il nostro agire si trasformava così in un’azione sacra. E si era e siamo convinti che offrendo in tal modo, ad esempio, il lavoro a Dio e facendolo bene, si coopera con lui alla creazione del mondo, si è concreatori.
E’ questa una preghiera molto sentita ai giorni nostri, in cui si vede il mondo e tutto il cosmo in evoluzione e si ricorda all’uomo il suo dovere di “soggiogare la terra.”
E ancora, lavorando per un’opera di Dio, e quindi per la Chiesa, si partecipa con Cristo alla redenzione del mondo.
Nel Movimento si pensa che alla preghiera – un punto importante – occorre dare un posto privilegiato. La grande attività, che ha caratterizzato da sempre il Movimento, avrebbe potuto compromettere la preghiera, renderla imperfetta e non degna d’essere offerta a Dio. Ma ecco cosa si scrisse in un commento alla Parola: “Qual vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la sua anima?”
“Per noi, membri dell’Opera di Maria – è scritto -, tale Parola può avere anche questo significato: che importa darsi tanto da fare per conquistare molte persone alla causa di Dio, quando la nostra anima rimane piccola e imperfetta perché non trova un’ora veramente tranquilla per quel suo tipico nutrimento che è la preghiera? O quando quelle preghiere, che sono per noi un sacrosanto dovere, sono
www.centrochiaralubich.org
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Centro Chiara Lubich Movimento dei Focolari
fatte in mezzo a tante distrazioni, sono dette superficialmente ed in fretta, o vengono abbreviate?”
Le prime focolarine avevano coniato un detto: “pregare come angeli, lavorare come facchini”. E, a proposito dei difetti che potrebbe avere la nostra preghiera, scrivevo ancora:
“Poter stare in comunione con l’Onnipotente e farlo così poco, così di fretta e spesso
svogliatamente. Alla fine della vita ci pentiremo d’aver dato tanto poco tempo alla preghiera.”
Un altro ostacolo alla preghiera potrebbe essere uno stato di aridità spirituale. Ma in chi è impegnato a vivere la spiritualità dell’unità si nota una certa facilità nel superare l’aridità nella preghiera. Essa non è che un volto, un aspetto di Gesù abbandonato, un suo volto, e, come si sa passare dalla croce alla risurrezione in altri casi, così qui.
Noi vediamo assai provvidenziale il fatto che si possa, in genere, vincere l’aridità; in mezzo al mondo, come la maggior parte di noi siamo, è bene che certe prove spirituali non si protraggano. Abbiamo altre tentazioni da superare.
Si ritiene importante ancora per la preghiera la condizione fisica. Infatti, cerchiamo di non stancarci troppo prima del suo momento, per non arrivare davanti a Dio privi di forze, di capacità di concentrazione, per non dare a lui i momenti meno felici della nostra giornata.
Si è convinti ancora – sempre attraverso un’analisi di questi scritti, dove Dio ci educava -, si è convinti ancora che la preghiera vada preparata. Dicono gli esperti che essa ha bisogno di una preparazione remota e una prossima. E’ preparazione remota il mantenersi col cuore distaccati da tutto. E a questo, mi sembra, siamo tutti più o meno impegnati. La nostra vita, infatti, è un continuo amare Gesù crocifisso e abbandonato. Tanto spesso parliamo di tagli, di “potature” e soprattutto di quel distacco che porta con sé l’essere proiettati nell’amore verso i fratelli, il vivere gli altri e non noi stessi.
Sì, questa preparazione speriamo ci sia. Almeno, è la nostra quotidiana tensione: “Sei tu, Signore, l’unico mio bene”, che taglia tutto il resto.
Poi c’è una preparazione prossima, essa consiste in un momento di raccoglimento prima di iniziare. Cioè non partire subito, un momento ci si raccoglie.
Si è avvertito poi, e si avverte, tutta l’imprescindibilità della preghiera, il suo valore.
“In Cielo – scrivevo nell’89 -, dove speriamo di andare, la vita non sarà tanto apostolato o altro, quanto lode, adorazione, ringraziamento a Dio, Trinità Santissima. Dobbiamo imparare fin da adesso a vivere come si vivrà lassù.”
Ma c’è nel Movimento una preghiera che – con le infinite e divine ricchezze che contiene – è tutta racchiusa in una parola, in una sola parola, che Gesù pronunciava e ci ha insegnato, che lo Spirito mette sulle nostre labbra. Gesù pregava, pregava il Padre suo. Per Lui il Padre era “Abbà” e cioè il babbo, il papà, cui si rivolgeva con accenti di infinita confidenza e di sterminato amore. Lo pregava essendo nel seno della Trinità, dove egli è la seconda divina Persona. Ma, giacché era venuto in terra per amore nostro, non gli è bastato essere lui in questa situazione privilegiata di preghiera. Morendo per noi, redimendoci, ci ha fatti figli di Dio, come lui, fratelli suoi, e ha dato anche a noi, tramite lo Spirito, la possibilità d’essere introdotti nel seno della Trinità, in lui, assieme a lui, per mezzo di lui. Cosicché anche a noi è stata resa possibile quella divina invocazione: “Abbà, Padre!” – “Papà, babbo mio! nostro” – con tutto ciò che essa comporta: totale abbandono al suo amore, certezza della sua protezione, sicurezza, consolazioni divine, forza, ardore che nasce in cuore a chi è certo di essere amato…
E’ questa la tipica preghiera cristiana, una preghiera straordinaria. Non si riscontra in altri luoghi, né in altre religioni. Al più, se si crede in una divinità, la si venera, la si adora, la si supplica stando, per così dire, all’esterno di essa. Qui no, qui si entra nel Cuore di Dio.
Naturalmente, si può dire “Abbà, Padre!”, con tutto il significato che questa parola comporta, solo se lo Spirito Santo la pronuncia in noi. E, perché ciò sia, occorre anche qui – come richiede il carisma dell’unità – essere Gesù, null’altro che Gesù. (…)
Chiara Lubich

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Ciao, Giò :)

lunedì 29 dicembre 2014

buona serata




 29/12/2014:   Essere generosi. 
 Buona giornata.  

[...] Per entrare nella gioia dell’amore, siamo chiamati anche ad essere generosi, a non accontentarci di dare il minimo, ma ad impegnarci a fondo nella vita, con un’attenzione particolare per i più bisognosi. Il mondo ha necessità di uomini e donne competenti e generosi, che si mettano al servizio del bene comune. Impegnatevi a studiare con serietà; coltivate i vostri talenti e metteteli fin d’ora al servizio del prossimo. Cercate il modo di contribuire a rendere la società più giusta e umana, là dove vi trovate. Che tutta la vostra vita sia guidata dallo spirito di servizio, e non dalla ricerca del potere, del successo materiale e del denaro.[...]
(Fonte: Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XXVII Giornata della Gioventù 2012)


Ciaooooooo, Giò :)

domenica 28 dicembre 2014

buona domenica



 28/12/2014:   Aiutare con delicatezza e discrezione. 

 Buona domenica.  

“Concedimi, o Signore mio Gesù Cristo, tutto quello che a te è più gradito e che più ti ha glorificato di corrispondenza al tuo amore, in quello che ha praticato e insegnato il tuo gran servo Francesco di Sales e tutta la sua scuola: la perfezione cristiana nella carità di Dio sino alla divina unione, nella carità del prossimo sino all’immolazione, resa accessibile e attraente per tutti, in ogni stato e condizione, con la discrezione e la dolcezza, attingendo dal tuo Vangelo, dal tuo Cuore, dal tuo spirito questa sapienza, senza alterazioni e senza esagerazioni, con perfezione della fede, della fiducia, della fedeltà al tuo amore”.
Fonte: Beato Giustino Maria Russolillo)


Ciaooooooo, Giò :)

sabato 27 dicembre 2014

ciaoooooooooo



 27/12/2014:   Avere una carità intelligente. 
 Buon fine settimana.  

[...] Papa Benedetto XVI ha scritto nella enciclica Caritas in Veritate. “Il sapere non è mai solo opera dell’intelligenza(…) se vuole essere sapienza capace di orientare l’uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi, deve essere “condito” con il “sale” della carità. Il, fare è cieco senza il sapere e il sapere è sterile senza l’amore. (…) La carità non è una aggiunta posteriore, quasi una appendice a lavoro ormai concluso (…) non c’è l’intelligenza e poi l’amore: ci sono l’amore ricco di intelligenza e l’intelligenza piena d’amore”[...]
(Fonte: Citazione per la presentazione del libro: La società cristiana di Igino Giordani – Pisa – “Polo Carmignani” – 17 marzo 2011 – Relazione di Mons. Giovanni Paolo Benotto)


Ciao, Giò :)

venerdì 26 dicembre 2014

buona festa



.. Non tirarsi indietro

riflettiamo:
Buona giornata.  

[...] Non si può esimersi mai dall’amare il fratello, non ci si può tirare indietro dal fare unità; dobbiamo lavorare sempre all’unità finché c’è Gesù in mezzo, finché la Trinità è fra noi. Ché, se è fra noi, la troviamo in noi.[...]

(Fonte: Chiara Lubich – Gli strumenti della spiritualità collettiva – 1 ottobre 1994) 


Ciao, Giò :)

giovedì 25 dicembre 2014

AUGURI col passa parola




25/12/2014:   Amiamoci gli uni gli altri così da meritare la presenza di Dio fra noi. 

Buon Natale.


[...] noi sappiamo che il suo più alto desiderio, il “suo” comandamento è che tra noi ci sia l’amore reciproco.

Ecco allora che, dove sono due o più persone pronte ad amarsi così, capaci di posporre ogni cosa pur di meritare la Sua presenza, tutto intorno cambia. Gesù potrà entrare nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e di studio, nei parlamenti e negli stadi e trasformarli.
(Fonte: Chiara Lubich – Commento alla Parola di vita del mese di gennaio 2006 – http://www.focolare.org/it/news/2006/01/01/commento-di-chiara-lubich-alla-parola-di-vita-del-mese-di-gennaio-2006/)


AUGURI ! :)
GIO'

mercoledì 24 dicembre 2014

passa parola




N.B. Come già ho scritto ieri, farò vacanza da questo “servizio” del passaparola, a cominciare da domani fino all’Epifania. Buone vacanze a chi può farle e, soprattutto Buon Natale e Buon inizio Anno Nuovo, Buon tutto credendo all’Amore, vostro Beppe
Vogliamo «Prepararsi alla venuta del Signore», e farlo nel modo più bello: come si proclama nella Messa di stamani coi versetti del Salmo 88, possiamo e vogliamo credere all’Amore! Prima di amare e poter amare Dio e il nostro prossimo, occorre sentirci amati: allora, si ha forza e grazia di amare, di buttarci ricambiando all’Amore. E’ questo che «ci prepara alla venuta del Signore», che sempre viene, ogni attimo, nelle circostanze anche dolorose, in ogni fratello e sorella, anche sfigurati, perché l’Amore è impegno, è slancio che ogni ostacolo supera, sempre vedendovi l’Amore, Gesù che è nato bambino, ha sofferto, è morto, ma… è risorto e vuole dare anche a noi la Sua Gloria piena. Così, se sempre sappiamo riconoscere l’Amore, siamo sempre pronti, col cuore che canta, ad accogliere Dio, già con l’anima nell’eternità: «Canterò-cateremo in eterno l’amore del Signore».   (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Salmo 88
   Ritornello: Canterò per sempre l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
   «Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
   ho giurato a Davide, mio servo.
   Stabilirò per sempre la tua discendenza,
   di generazione in generazione edificherò il tuo trono».
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
          la mia alleanza gli sarà fedele».

Buona giornata, ciao :)
Giò

lunedì 22 dicembre 2014

ciaoooooooo



.. Diffondere attorno a noi calore e speranza

   Questo passaparola ben s’intona al Magnificat, il Canto di Maria tutta esultante in Dio, perché «ha fatto cose grandi, estendendo la Sua misericordia […] su chi si rivolge a Lui in umiltà e fiducia; ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati […]. Ha soccorso Israele […], ricordandosi della sua misericordia […] per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Questa è la realtà, occorre vederla con la fede e il cuore di Maria e crederci con tutta l’anima. Se si è così, convinti che già da qui sulla terra vale quel «per sempre» della Sua Misericordia, allora, sì, proprio come il passaparola ci sprona, si può realmente «Diffondere attorno a noi calore e speranza»!!  (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Vangelo secondo Luca (1,46-55)
In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Ciao, Giò :)

domenica 21 dicembre 2014

BUONA DOMENICA




.. Avere una carità creativa

   IV DOMENICA DI AVVENTO: nell’imminenza del Natale, la Liturgia ci ripropone il Vangelo di ieri (Lc 1,26-38), guidandoci ad approfondire il Mistero dell’Incarnazione. Dio è Amore, di un Amore sempre sorprendente, «creativo», nel senso che sempre crea con inventiva nuova, con «creatività»… senza nulla imporre, ma chiedendo una risposta a questo Suo Amore: chiede a Maria, e Lei risponde e si abbandona con il totale: «Ecco la serva del Signore…». Ma Dio chiede anche a ciascuno di noi e a noi come Comunità, come Chiesa: che bello, allora, poter attuare il passaparola di oggi: «Avere una carità creativa», amandoci fra noi e amando tutti col di Maria, con la Gioia dell’Avventura in cuore, come ha fatto e fa Dio, seminando Amore aspettando ritorno d’Amore!   (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
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Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Buona domenica di attesa. :)
Giò

sabato 20 dicembre 2014

buon sabato



... Attenti alle sofferenze dell'altro

Come fa una mamma a non stancarsi mai nell’accudire al suo bambino, specie se malato e sofferente, bisognose di cure 24 ore su 24? Siamo dotati di energie impensate, che escono da noi se siamo fuori di noi dedicati all’altro: se si è, come oggi ci indirizza il passaparola, «Attenti alle sofferenze dell’altro». Come sarebbe il mondo, se ciascuno di noi, stando «attenti» così, si fosse mamma l’un dell’altro! Sarebbe il Paradiso, «sulla terra come in Cielo». Il modello di Mamma è Maria, ci attragga Lei ad essere ciascuno e tutti assieme come Lei, quasi altra Maria sulla terra. Siamo piccoli, meschini, ma… seguendo il Modello, volendo sempre e solo compiere la volontà di Dio, ci si può fare: occorre specchiarci nel vivere di Lei che, come il Vangelo di oggi (Lc 1,26-38) conclude, «disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”». (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Ciao.. buon sabato :)
Giò

venerdì 19 dicembre 2014

.. buona giornata



.. Facciamo di tutto per aiutare l'indigente

Nel Canto dell’Alleluia al Vangelo della Messa si proclama: «O Radice di Iesse, che t’innalzi come segno per i popoli: vieni a liberarci, non tardare». Così, Gesù è invocato come «Segno per i popoli», «Colui che viene a liberarci». Ecco, sempre vivendo la Parola del dare quanto possiamo come ci esorta oggi il passaparola: «Facciamo di tutto per aiutare l’indigente», vogliamo soprattutto dare noi stessi nell’essere noi “altri Gesù”, “Segno” che vuol sanare la povertà che ci attornia, specialmente la povertà del cuore, di chi è indigente del Tutto, della fede in Dio Amore. Sì, «dare la tunica, dare da mangiare», puntando in Alto, dare Dio!  (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
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Buona giornata :)
Giò

giovedì 18 dicembre 2014

ciaooooooooooooo




«…Gesù non mancherà di farci arrivare il centuplo; avremo la possibilità di continuare a dare. Alla fine ci dirà che quanto abbiamo dato, a chiunque fosse, l'abbiamo dato a Lui»: è la conclusione del commento di Chiara alla Parola del mese. Sì, sappiamo, anche per esperienza, che il «Date e vi sarà dato» del Vangelo è verità, perché quanto diamo per amore, fosse pure un semplice sorriso, lo diamo a Gesù, e Lui ricambia da Dio!  Che possibilità enormi abbiamo per prepararci davvero al Natale!!   (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
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Ciao :) Giò

mercoledì 17 dicembre 2014

ciaooo



.. Credere che siamo tutti fratelli

Il brano evangelico di oggi (Mt 1,1-17) con la «Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo», non è un arido elenco di nomi; è invece la dichiarazione forte e bellissima che Gesù si è fatto nostro fratello “scendendo” in quella discendenza di umanità totale, fatta di giusti e grandi peccatori, facendosi uno di noi e quindi innalzandoci alla Sua divina fratellanza quali figli dell’Unico Padre! E’ a questo che ci richiama il passaparola: «Credere che siamo tutti fratelli». Sì, crederci sul serio e comportarti da tali! (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Ciaoooooooo .. :) Giò

lunedì 15 dicembre 2014

domenica 14 dicembre 2014

buona domenica



.. Aiutare concretamente chi è nel bisogno

Di questa III Domenica d’Avvento, detta «Gaudete», ossia «Gioite», «Esultate», prendiamo in rilievo l’Antifona d'ingresso della Messa: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino» (Fil 4,4.5), come pure l’inizio della seconda Lettura (1Ts 5,16-24): «Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie». Ecco il programma di vita! Vivere così, è il modo più bello per attuare il passaparola di oggi: «Aiutare concretamente chi è nel bisogno». Certo, dare quanto possiamo anche di materiale, ma proprio puntando a sanare i cuori, le anime, essendo noi «Gioia di vivere», contagiando di speranza nella fraternità più sentita.  (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
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Ciao e buona serata :)
Giò

sabato 13 dicembre 2014

buona festa



.. Testimoniare che Dio è amore

E’ Santa Lucia, nome che evoca Luce, Fuoco d’Amore: ad essere questo siamo chiamati, essendo Faro nelle tenebre del mondo, per «Testimoniare che Dio è amore», come oggi ci sprona il passaparola. Ci aiuta il Vangelo della Messa (Mt 17,10-13) col richiamo a Elia, il profeta tutto Fuoco di Testimonianza, per essere pronti come lui ad andare controcorrente con fede forte che Dio ci ama immensamente e sempre e solo voler «Testimoniare che Dio è amore»!  (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Buona festa :)
Giò

venerdì 12 dicembre 2014

passa parola

.. Vivere con radicalità e autenticità la nostra fede

Ciao, Giò :)

giovedì 11 dicembre 2014

buona serata



.. Abbiamo sempre qualcosa da donare

Il Vangelo di oggi (Mt 11,11-15) ci mette le ali: Gesù ci dice la grandezza che siamo: «… il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di Giovanni il Battista». E’ così, siamo immagine di Dio e, se viviamo volendo costruire il «regno dei cieli», abbiamo potenzialità immense. Dice bene il passaparola: «Abbiamo sempre qualcosa da donare», fosse anche un sorriso, una parola buona, una stretta di mano… perché, se siamo in Dio, qualunque cosa facciamo è amore e, addirittura possiamo donare l’Amore stesso, Dio, che abita in noi.   (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

BUONA SERATA :)
Giò

mercoledì 10 dicembre 2014

buona serata



.. «Ciò che è superfluo appartiene ai poveri» (S. Agostino)

   Sempre continuando a vivere la Parola del mese, vogliamo dare quanto abbiamo di superfluo, perché come ammoniva S. Agostino «appartiene ai poveri». Ci aiuta il Vangelo (Mt 11,28-30) con Gesù «mite e umile di cuore», che ci invita a riposarci in Lui. Ma ciò è possibile se noi stessi vogliamo essere come Lui, altri Gesù, attenti a dare sollievo e ristoro ai nostri fratelli/sorelle. Ecco, possiamo considerare «superfluo» (ossia che non ci appartiene, ma è dei poveri, di quanti ne hanno bisogno) ogni nostra dote e capacità di attenzione, interesse, amore materno…  (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:  «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Buona serata :) Giò

martedì 9 dicembre 2014

buona giornata



.. E' tutto necessario quello che possiedo?

Per ben vivere l’Avvento, ossia l’attesa di Gesù che sempre viene in ogni nostro prossimo, il passaparola ci fa porre una domanda: «E’ tutto necessario quello che possiedo?» E’ quanto già abbiamo meditato col commento di Chiara alla Parola del mese… Rivediamone qualche stralcio alla conclusione: «Magari accumuliamo tante cose pensando che un giorno potranno esserci utili e intanto c'è lì accanto chi ne ha urgente bisogno. [… …]. "Se tutti ci accontentassimo del necessario […] e dessimo il superfluo al bisognoso, non ci sarebbe più né il ricco né il povero. Proviamo, iniziamo a vivere così. Certamente Gesù non mancherà di farci arrivare il centuplo; avremo la possibilità di continuare a dare. Alla fine ci dirà che quanto abbiamo dato, a chiunque fosse, l'abbiamo dato a Lui».       (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).

Buona giornata :)
Giò

lunedì 8 dicembre 2014

BUONA FESTA



.. Sentire propri i bisogni degli altri


Esultanti per la Festa dell’IMMACOLATA, vogliamo essere veri figli di Lei, rivivendo Lei, ciascuno e tutti insieme, resi UNO dall’amore reciproco, per essere come altra Maria sulla terra. E’ la realtà cui siamo chiamati e che l’Amore rende possibile, se con tutta l’anima siamo lanciati a «Sentire propri i bisogni degli altri». A questo ci orienta oggi il passaparola, a questo ci  spinge il Vangelo della Festa (Lc 1,26-38), con Maria, che si dona e abbandona col suo «» incondizionato: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».  (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».  A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».  Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».  Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. 

BUONA FESTA..
Giò :)

domenica 7 dicembre 2014

Buona domenica



.. Condividere non solo i beni spirituali, ma anche quelli materiali

   II DOMENICA DI AVVENTO: il Vangelo (Mc 1,1-8), con la Voce di Giovanni Battista, ci sprona con forza a «Preparare la via del Signore, raddrizzare i suoi sentieri». E’ un bel richiamo a vivere la Parola del mese, che oggi il passaparola ribadisce: «Condividere non solo i beni spirituali, ma anche quelli materiali». Sì, è questo il nostro «preparare la via del Signore, raddrizzando i nostri sentieri tortuosi», perché è con la condivisone spirituale e materiale, che si esce dall’egoismo e si va incontro a Dio, cosicché Lui possa venire in noi e in mezzo a noi con tutto il Suo Splendore di grazie, luce, salvezza totale!    (Giuseppe Fulceri)
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Parola di vita di dicembre-2014: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11).
Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Buona domenica, ciao. :)
Giò