.. "L'amarci scambievolmente richiede un esercizio continuo"
Il passaparola oggi, XXXII
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO, è di una verità lapalissiana: è ben chiaro
che senza fatica e impegno niente si fa e ottiene, e spesso non è facile
volerci bene così come siamo, come ci ama Dio. Occorre allora sempre prendere
forza dalla Parola; da quella di vita del mese e oggi in particolare dal
Vangelo della Messa (Lc 20,27-38). Gesù mette in rilievo la Vita, piena,
eterna, ma già qui: «[…] quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e
della risurrezione dai morti [… …] nemmeno possono più morire, perché sono
uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio»
(vv. 35-36); e conclude: «Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti
vivono per lui» (v. 38). Ecco, Dio è Tutto per noi, è la nostra Vita: ma
occorre essere VIVI, vivendo davvero per Lui, singolarmente e assieme, nell’«esercizio
continuo» che «l’amarci scambievolmente richiede». (Giuseppe
Fulceri)
Parola di vita di
Novembre 2013: «Siate benevoli
gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha
perdonato a voi in Cristo» (Ef 4, 32).
Vangelo secondo Luca - cap. 20
[27]Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i
quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: [28]
«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie,
ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al
proprio fratello. [29]C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso
moglie, morì senza figli. [30]Allora la prese il secondo [31]e poi il terzo e
così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. [32]Da ultimo anche
la donna morì. [33]Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie?
Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». [34]Gesù rispose: «I figli di
questo mondo prendono moglie e prendono marito; [35]ma quelli che sono
giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono
moglie né marito; [36]e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli
angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. [37]Che poi i morti
risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il
Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. [38]Dio non è Dio dei
morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui».
Ciao e buona domenica,
Giò :)