venerdì 5 settembre 2014

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.. Non raffreddare l'amore vicendevole

Lo Sposo dell’Anima, Gesù crocefisso e abbandonato, è sempre con noi: particolarmente Lo abbiamo nelle difficoltà dell’amarci l’un l’altro e il primo digiuno-penitenza che possiamo fare è l’impegno costante che ci chiede oggi il passaparola: «Non raffreddare l’amore vicendevole». E’ così che viviamo il Vangelo (Lc 5,33-39), sempre «versando vino nuovo in otri nuovi», vedendoci da Gesù a Gesù, amandoci di cuore da “Sposi”!   (Giuseppe Fulceri)


Parola di vita – settembre-2014: «Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio» (Rm 15,7).

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».     Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».      Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».




Venerdì 5 settembre 2014
Beata Teresa di Calcutta, religiosa

Il Signore Gesù disse: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe,
«Bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco»
ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». (Luca 16,21)

Questa ingiustizia nella distribuzione dei beni, che rende in perenne stato di fame una quantità innumerevole di fratelli, anche se è diffusa da sempre nell’umanità e ne siamo un po’ assuefatti, resta uno scandalo insopportabile. Ci ritorna spesso sotto gli occhi, ma dovrebbe arrivare a modificare anche alcune nostre scelte e abitudini. Il capovolgimento della situazione dopo la morte, descritto in questa parabola, rimane un monito severo con il quale Gesù vuole scuotere e muovere il nostro cuore.

Buona giornata! don Carlo

Notte :) ciao.
Giò

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