E’ un passaparola, questo, da
non dare per scontato, e sempre richiede grande impegno. E’ Gesù nel Vangelo
(Mc 6,1-6) a ricordarcelo: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua
patria, tra i suoi parenti e in casa sua». Magari riusciamo ad essere
“profeti”, apprezzati, amando e operando fuori, lontano; ma in famiglia, in
quartiere, in parrocchia, tra noi “figli di Chiara”… siamo davvero lanciati a «Costruire
la comunità»? Mettiamo al primo posto l’Amore, andando sempre al di là di
possibili incomprensioni, “disprezzi”, spesso dovuti alla routine del vivere
insieme e del credere di conoscerci, vivacchiando all’umana, senza lo slancio
di autentici “profeti”? (Giuseppe Fulceri)
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Parola di Vita di
Febbraio 2015: «Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo
accolse voi, per la gloria di Dio» (Rm 15, 7).
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i
suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella
sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli
vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi
come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di
Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue
sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma
Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra
i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma
solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro
incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
BUONA SERATA. CIAO. :)
GIO'
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