Una
bella riflessione.
[...] La condizione richiesta per arrivare a
questa unità è il distacco dal proprio pensiero - l’altissima povertà di mente,
come dice San Francesco - di cui Gesù Abbandonato è modello. Solo questo
distacco permette di comprendere fino in fondo il pensiero del prossimo, ma
l’amore richiede anche mettere in comune, con garbo il proprio pensiero. Questa
dinamica trinitaria, dono e accoglimento, porta all’unità di pensiero, perché
l’amore reciproco vissuto in questo modo permette di discernere e di accogliere
più facilmente il vero che c’è in ognuno. [...] (Fonte: Michel Vandeleene – Io-ilfratello-Dio- Pag. 276 – Ed. Città Nuova)
Parola di
Vita di Dicembre 2012:
«A
quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,12).
Dal
Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,39-45.
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in
fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Buoa domenica, ciao!
Giò
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