domenica 16 dicembre 2012

Il Passa Parola con meditazione...

PASSA PAROLA: "Avere un amore personale per ogni prossimo"


III Domenica d'Avvento. E’ detta «GAUDETE»: «RALLEGRATEVI», e tutti i testi Liturgici sono come un “Inno alla gioia” fin dall’”Antifona d’inizio”, perché «il Signore è vicino» (Fil 4,4.5). Nel Vangelo (Lc 3,10-18) Giovanni Battista risponde alle folle: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (v. 11). Ecco, la gioia deve consistere nell’accogliere «il Signore vicino» con la condivisione: come ci sprona il passaparola, con l’«Avere un amore personale per ogni prossimo». C’è da star su, gioiosi, e avere questa condivisione in modo speciale, non solo dando qualcosa di materiale a chi ha bisogno, ma diffondendo la nostra gioia. E’ stupendo il brano della seconda Lettura (Fil 4,4-7): con l’esortazione a rallegrarsi nel Signore (v. 4), san Paolo dà le direttive di chi crede che realmente «il Signore è vicino»: «La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini […]. Non angustiatevi per nulla […]». Ci esorta invece a pregare, chiedere e ringraziare e, conclude, «la pace di Dio […] custodirà i vostri cuori» (v. 7). E’ così che possiamo «Avere un amore personale per ogni prossimo»: se siamo nella «pace di Dio». Allora possiamo donarla dando conforto, sapendo ascoltare, facendoci uno con l’altro, potendo “travasare” l’amore di Dio che ci arde in cuore.         (Giuseppe Fulceri)
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Parola di Vita di Dicembre 2012: «A quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,12).
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            Lettera ai Filippesi - cap. 4
[4]Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. [5]La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! [6]Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; [7]e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 3,10-18.
Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?».
Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?».
Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo,
Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.



Buona domenica, ciao.
Giò

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