domenica 13 maggio 2012

Il Passa Parola di oggi... con meditazione

13 maggio 2012: "Lasciamoci rigenerare dalla Parola"


«[…] amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio». E’ l’inizio della Seconda Lettura (1Gv 4,7-10) della Messa di questa VI Domenica di Pasqua, fortissimo sprone a rinascere nuovi. E’ quanto ci esorta il passaparola: «Lasciamoci rigenerare dalla Parola». Basterebbero queste poche righe della Parola di Dio, se vissute, a trasformarci totalmente, rigenerarci. Nulla conta chi siamo stati, chi siamo e ci sentiamo: «Chiunque ama è generato da Dio». Chiunque! Al contrario, se non amiamo, se non ci amiamo fra noi «gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio» (v. 7), sono guai: «Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (v. 8). Se non amiamo e non ci amiamo gli uni gli altri, siamo “fuori” e nulla vale del tanto che facciamo. Questa Parola però non vuole che ci fermiamo a soppesarci magari con pessimismo: c’è solo da buttarci, ricominciare l’avventura e volere, col Suo aiuto, amare “da Dio”, che ci ha amato per primo: «In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (v. 10).           (Giuseppe Fulceri)




Parola di vita di maggio: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49).




              Prima lettera di Giovanni - cap. 4
[7]Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. [8]Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. [9]In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. [10]In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,9-17.
Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Il pensiero del giorno
    “Ascoltare la sua voce sottile: Voce-Luce; parlare a Lui quando Lui non parla: ecco la vita del santo: colloquio d’amore”. (Chiara Lubich – 1946)

W TUTTE LE MAMME !!!



Meditazione del giorno:

Paolo VI, papa dal 1963 al 1978
Esortazione apostolica «Gaudete in Domino» (1975), § 4 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana

«Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi»
        Dopo venti secoli, questa sorgente di gioia non ha cessato di zampillare nella Chiesa, e specialmente nel cuore dei santi. ...Nella vita dei figli della Chiesa, questa partecipazione alla gioia del Signore non si può dissociare dalla celebrazione del mistero eucaristico, ov'essi sono nutriti e dissetati dal suo Corpo e dal suo Sangue. Di fatto, in tal modo sostenuti, come dei viandanti sulla strada dell'eternità, essi già ricevono sacramentalmente le primizie della gioia escatologica.
        Collocata in una prospettiva simile, la gioia ampia e profonda, che fin da quaggiù si diffonde nel cuore dei veri fedeli, non può che apparire «diffusiva di sé», proprio come la vita e l'amore, di cui essa è un sintomo felice. Essa risulta da una comunione umano-divina, e aspira a una comunione sempre più universale. In nessun modo potrebbe indurre colui che la gusta ad una qualche attitudine di ripiegamento su di sé, Essa dà al cuore un'apertura cattolica sul mondo degli uomini, mentre gli fa sentire, come una ferita, la nostalgia dei beni eterni....
        Essa fa loro attivamente affrettare il passo verso la consumazione celeste delle Nozze dell'Agnello (Ap 19,7). Essa è in serena tensione tra l'istante della fatica terrena e la pace della Dimora eterna, conforme alla legge di gravità propria dello Spirito: «Se dunque, già fin d'ora, noi gridiamo "Abba, Padre!" perché abbiamo ricevuto questi pegni (dello Spirito di figli), che cosa sarà mai, quando, risuscitati, noi lo vedremo a faccia a faccia? Quando tutte le membra, a ondate riversantisi, faranno sgorgare un inno di esultanza, glorificando Colui che le avrà risuscitate dai morti e gratificate dell'eterna vita? ... che cosa non farà mai la grazia completa dello Spirito, quando sarà data definitivamente da Dio agli uomini? Essa ci renderà simili a lui e compirà la volontà del Padre, perché renderà l'uomo a immagine e somiglianza di Dio» (Ireneo di Lione; 2Cor 5,5; Gal 4,6; 1Cor 13,12; Gen 1,26). Fin da quaggiù, i santi ci danno un pregustamento di questa somiglianza.



Buona domenica e auguri a tutte le mamme, ciao..

Giò

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