domenica 11 marzo 2012

Il Passa Parola di oggi

11 marzo 2012: "Fare della Parola il nostro codice di vita"



Domenica III di Quaresima. Ci soffermiamo sulla prima Lettura della Messa (Es 20,1-17), sulla Legge data a Mosè da Dio: sono i Dieci Comandamenti, Legge d’Amore, «CODICE DI VITA», di cui il Passaparola ci esorta oggi a farne il nostro “codice”. Sì, «Fare della Parola il nostro codice di vita», prendere la Parola, in particolare proprio i Comandamenti come la Guida, l’Indicazione, la Luce sicura del nostro cammino sulla terra. Un tempo si imparavano a memoria i Comandamenti… E’ certo ottima cosa ripassarceli nella mente e vedere se li osserviamo tutti, se sono essi davvero il nostro «CODICE DI VITA», o se e quanto ne siamo lontani. Occorre fermarci, leggere, riflettere e vivere! Quanto, ad esempio, attuiamo il Comandamento «Ricordati del giorno di sabato per santificarlo» (v. 8), che per noi è la Domenica, giorno del Risorto da vivere da risorti lodando Dio nella preghiera e nella distensione dei rapporti in famiglia, uniti tra noi e assieme aperti al bisognoso… Così, nel ripasso vitale di tutti i Comandamenti, auguriamoci reciprocamente Buona Domenica! (Giuseppe Fulceri)

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Parola di Vita di marzo: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).

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            Esodo - cap. 20
[1]Dio allora pronunciò tutte queste parole: [2] «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: [3]non avrai altri dei di fronte a me. [4]Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. [5]Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, [6]ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi. [7]Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano. [8]Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: [9]sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; [10]ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. [11]Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro. [12]Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dá  il Signore, tuo Dio. [13]Non uccidere. [14]Non commettere adulterio. [15]Non rubare. [16]Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo. [17]Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 2,13-25.

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco.
Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato».
I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora.
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».
Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome.
Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c'è in ogni uomo.



Buona domenica a tutti, ciao...

Giò

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