domenica 3 giugno 2012

Il Passa Parola di oggi... con meditazione

3 giugno 2012: "La Parola di vita vissuta rende la vita semplice"

Solennità della Santissima Trinità. La Liturgia, nel parlarci di questo mistero, ce ne dice le conseguenze che sono di luce e semplicità assoluta, proprio come vuole aiutarci il passaparola: «La Parola di vita vissuta rende la vita semplice». Cosa può esserci di più semplice e stupendo che poter chiamare Dio «Abbà, Padre» perché, realmente figli e non schiavi e lo stesso Spirito Santo in noi invoca Lui per noi? E’, in sintesi, quanto proclamato dalla seconda Lettura della Messa (Rm 8,14-17). Il Vangelo poi (Mt 28,16-20) ci assicura l’inimmaginabile: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (v. 20). Sì, «La Parola di vita vissuta rende la vita semplice»: vivendo la Parola, essendo Gesù con noi, nostro cibo e guida, avendo lo Spirito del Suo Amore che prega per noi il Padre, non solo tutto è semplificato, ma anche diveniamo quei discepoli che, inviati da Gesù, possiamo con la nostra testimonianza far «discepoli tutti i popoli […], insegnando loro a osservare tutto ciò che Gesù ci ha comandato» (vedi vv. 19-20). (Giuseppe Fulceri)



Parola di vita di giugno: «Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà» (Gv 6,27).



        Vangelo secondo Matteo - cap. 28
In quel tempo, [16]gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. [17]Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. [18]Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. [19]Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, [20]insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».



Meditazione del giorno:

San Basilio (circa 330-379), monaco e vescovo di Cesarea in Cappadocia, dottore della Chiesa
Omelia sulla fede, 1-3

« Dacci di professare la vera fede riconoscendo la gloria dell'eterna Trinità » (colletta)
        L'anima che ama Dio non è mai sazia, ma è arduo parlare di Dio: il nostro spirito è ben lontano da sì grande cosa...Più si cresce nella conoscenza di Dio, più si sente profondamente la propria impotenza. Così era Abramo, così anche Mosé: quando potevano vedere Dio, almeno per quanto è possibile all'uomo, l'uno come l'altro si faceva il più piccolo di tutti; Abramo si definiva «polvere e cenere», e Mosé si diceva «impacciato di bocca e di lingua» (Gn 18,27; Es 4,11). Constatava infatti la debolezza della sua lingua nel tradurre la grandezza di Colui che il suo spirito possedeva. Parliamo di Dio non per quello che egli è, ma per quanto possiamo comprenderlo.
        Quanto a te, se vuoi dire o ascoltare qualcosa di Dio, lascia la tua natura fisica, lascia i sensi del corpo... Eleva il tuo spirito sopra il creato, contempla la natura divina: è là, immutabile, indivisa, luce inaccessibile, gloria eclatante, bontà desiderabile, bellezza ineguagliabile da cui l'anima è colpita, ma che non può tradurre in parole adeguate.
        Là è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ... Il Padre è il principio di tutto, la causa dell'essere di ciò che è, la radice dei viventi. E' colui da cui sgorgano la Sorgente della vita, la Sapienza, la Potenza, l'Immagine perfettamente simile al Dio invisibile: il Figlio generato dal Padre, Verbo vivente, che è Dio, e rivolto verso il Padre (1Cor 1,24; Eb 1,3; Gv 1,1). Da questo nome di Figlio, comprendiamo che egli condivide la stessa natura: non è creato da un comando, anzi brilla senza posa a cominciare dalla sostanza, unito al Padre dall'eternità, uguale a lui in bontà, uguale in potenza, e ne condivide la gloria... E quando la nostra intelligenza sarà stata purificata dalle passioni terrestri  e avrà lasciato da parte ogni creatura sensibile, come un pesce che dagli abissi emerge in superficie, ritornata alla purezza della creazione, ella vedrà lo Spirito Santo là dov'è il Figlio e dov'è il Padre. Lo Spirito, essendo della stessa essenza secondo la natura, possiede anche lui tutti i beni: bontà, rettitudine, santità, vita... Come bruciare è collegato al fuoco e risplendere alla luce, così non si può togliere allo Spirito Santo il santificare o far vivere, come pure la bontà e la rettitudine.



Buona domenica, ciao a tutti..

Giò

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