domenica 10 giugno 2012

Il Passa Parola... con meditazione

10 giugno 2012: "Comunicare le esperienze della Parola di vita"


E’ la Solennità del Corpus Domini, festa del cuore: il Corpo e Sangue del Signore Gesù, il Dio Infinito fattosi uomo tra noi, divenuto nostro cibo... Non occorrerebbe che Lui ci esortasse a cercare questo cibo che Lui stesso ci dà; ma sa quanto siamo fragili e periamo se ne stiamo lontani. Ma perché, anche cibandoci dell’Eucaristia, siamo spesso così deboli, ci sentiamo senza Vita? Non sarà che ci manca qualcosa di essenziale? Gesù Eucaristia, Gesù Parola di Vita può anche essere il nostro Tutto, ma… riflettiamo sul passaparola di oggi: «Comunicare le esperienze della Parola di vita». Questo «Cibo che dura per la vita eterna» può portare in noi davvero frutto se lo “assumiamo insieme”, se siamo nell’amore reciproco, donandoci l’un l’altro l’anima, proprio “comunicandoci le esperienze”. Per l’Ideale ricevuto da Chiara, non è possibile per noi una vera unità con Dio, se non si è in Lui uniti tra noi. Per questo è essenziale “vivere”, cibarci della Parola, ma donando poi l’anima, comunicando i frutti di questo Cibo in noi e attorno a noi!  (Giuseppe Fulceri)


 

Parola di vita di giugno: «Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà» (Gv 6,27).




N.B. Molti bambini/e oggi fanno la loro Prima Comunione. Fra questi anche il figlio dei nostri Roberto Celli e Gaia. E’ un ragazzo vivo che viene dal Nepal… si chiama SudarShan, San per gli amici: possiamo allora fargli il nostro regalo pregando. Così, particolarmente oggi in questa solennità, vogliamo sentirci uniti a Gesù col cuore per gli altri dimenticando noi stessi, volendo solo esserci reciproco dono anche nel pensarci, nel pregare per gli altri. Ciao, un abbraccio a tutti e ciascuno, Ciao San! Tuo Beppe Fulceri



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 3,20-35.

Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E' fuori di sé».
Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni».
Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana?
Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi;
se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.
Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.
In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno;
ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo».
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.
Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!
Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».


Meditazione del giorno:

San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
24ma Omelia sulla prima lettera ai Corinti, 2 ; PG 61,199


«Questo è il mio sangue ... versato per molti»
        Chi ama in questo mondo testimonia la sua generosità dando denaro, vestiti, i regali più diversi; ma nessuno dà il suo sangue. Cristo, lui, lo dà; prova in questo modo la tenerezza e l'ardore con cui ci ama. Sotto la Legge antica... Dio accettava di ricevere il sangue dei sacrifici, ma era per impedire al popolo di offrirlo agli idoli, ed era già prova di grandissimo amore. Ma Cristo ha cambiato questo rito...; la vittima non è più la stessa: è lui stesso che si offre in sacrificio.
        «Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?» (1Cor 10,16)... Cos'è questo pane? Il corpo di Cristo. Che cosa diventano coloro che si comunicano con lui? Il corpo di Cristo: non molti corpi, ma un corpo solo. Come il pane, composto di tanti semi di grano, è un solo pane dove i semi scompaiono, e come i semi vi restano ma è impossibile distinguerli nella massa compatta, così noi tutti, insieme e con Cristo, diventiamo una sola realtà... Ora, se partecipiamo tutti allo stesso pane, e se tutti siamo uniti allo stesso Cristo, perché non mostriamo lo stesso unico amore? Perché non diventiamo una sola cosa anche in quello?
        E' ciò che si vedeva all'inizio: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32)... Cristo è venuto a cercarti, tu che eri così lontano da lui, per unirsi a te; e tu, non vuoi essere uno con tuo fratello? ... Ti dividi con violenza da lui, dopo aver avuto dal Signore una così grande prova d'amore e la vita! Infatti, egli non ha dato soltanto il suo corpo, ma, siccome la nostra carne, presa dalla terra, aveva perduto la vita ed era morta a causa del peccato, egli vi ha introdotto per così dire un'altra sostanza, come un fermento: è la sua carne, la sua carne della stessa natura nostra ma esente dal peccato e piena di vita. E ce l'ha data affinché, nutriti al banchetto di questa nuova carne ..., potessimo entrare nella vita immortale.



Buona domenica a tutti, ciaooooooo...

Giò

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