.. "Ravvivare con la vita il
«Patto dell'amore reciproco»"
III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO: focalizziamo la
seconda Lettura della Messa (1Cor 1,10-13.17), da cui è tratto il tema per la “Settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani”: «È forse diviso il Cristo?»
(v. 13). La “Settimana” si conclude, ma occorre certo continuare, come
ci sprona il passaparola, a «Ravvivare l’amore tra noi», ascoltando e
attuando la Parola di Dio: «Vi esorto, fratelli […], a essere tutti unanimi
nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione
di pensiero e di sentire» (v. 10). Ecco come «Ravvivare l’amore tra noi»:
cominciando da come si parla, anche usando le nostre parole per rinnovare tra
noi il Patto di misericordia, tutto dimenticando e vedendoci nuovi nella
prospettiva a cui Dio ci chiama e ci vede: siamo chiamati alla santità, è Dio a
cui guardare modellandoci sul Suo Amore; non c’è tempo da perdere in
chiacchiere: occorre davvero «Ravvivare l’amore tra noi» per farci santi
insieme!! (Giuseppe Fulceri)
Parola di Vita di Gennaio 2014: «Cristo, unico fondamento della Chiesa»
(cfr 1Cor 3,11).
Prima lettera ai Corinzi - cap. 1
[10]Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore
nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano
divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire.
[11]Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di
Cloe che tra voi vi sono discordie. [12]Mi riferisco al fatto che ciascuno di
voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa»,
«E io di Cristo». [13]È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso
per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo? [… …]
[17]Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare
il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di
Cristo.
Domenica 26 gennaio
2014
S. FAMIGLIA DI GESU’,
MARIA E GIUSEPPE
Quando furono compiuti i giorni
della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il
bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge
del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire
in sacrificio «una coppia di tortore o due giovani colombi», come prescrive la
legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto
e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di
lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte
senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al
tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la
Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e
benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo / vada
in pace, secondo la tua parola, / perché i miei occhi hanno visto la tua
salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli: / luce per rivelarti alle
genti / e gloria del tuo popolo, Israele».
«Il
padre e la madre di Gesù si stupivano
delle
cose che si dicevano di lui»
(Luca
2,33)
Forse
lo stupore di Maria e Giuseppe è dovuto al fatto che Simeone mostra di sapere
qual è il mistero che avvolge la vita di questo bambino. Il loro segreto è
rivelato anche alle persone che vivono vicine a Dio, che da lungo tempo erano
in attesa proprio di Gesù.
Dio
infatti parla al cuore dei piccoli che lo cercano e si rivela, si fa conoscere,
indica la strada, istruendo interiormente come Lui solo sa, è davvero il
Maestro interiore.
Buona giornata! don Carlo
BUONA DOMENICA, ciao a tutti. :)
Giò
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